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di Filippo Spolverato

 

1Questo è senz’alto un argomento spinoso, che crea diversi problemi alla pianificazione e programmazione degli allenamenti per un preparatore atletico.

Molto spesso si pensa che fare uno o due allenamenti settimanali di un’ora, siano sufficienti per creare una performance sportiva.

Durante l’anno viene ragionato e codificato la mole di allenamenti necessari al raggiungimento degli obiettivi di ogni singolo atleta.

Nella programmazione viene calcolata anche la quantità di riposo degli atleti. Questo riposo forma un termine che genera scarsi livelli di prestazione, il disallenamento.

Ma facciamo un esempio per capirci: durante il periodo fondamentale o di campionato un Arbitro esegue mediamente due allenamenti a settimana, con una gara nel weekend, gli altri quattro giorni non si allena.

In queste fasi dobbiamo mettere in conto l’allenamento della partita che è un ambiente diverso, sia per apprendimento che sulle esigenze da affrontare.

Quindi sembrerebbe che si costruiscono più allenamenti, rispetto ai giorni di riposo. Ma non è del tutto vero; in quanto non si prende in considerazione che la partita è un allenamento diverso, rispetto all’allenamento quotidiano.

In più sempre in modo erroneo e poco professionale, l’atleta teenager sembra non debba svogere un’attività agonistica da parte dei genitori, in quanto festività, compleanni, vacanze familiari, non vengono concordate con chi si occupa della preparazione fisica, ma sempre di più vengono prese decisioni senza comprendere e staccandolo il fattore dell’apprendimento necessario.

Come se l’ambiente sportivo non fosse una scuola formativa, ma un passatempo; ecco dove si crea il disallenamento. Nella scarsa considerazione e cultura dell’ambiente agonistico, inteso come realizzazione del talento.

Questo è uno dei motivi che porta a generare scarsi atleti e sempre meno livello sportivo agonistico.

Ogni atleta durante l’allenamento ha una ripetizione bassa del gesto: in media dalle 50 alle 70 ripetizione di un gesto tecnico specifico.

2Se nell’ ora e mezza sottraiamo le mezz’ore necessarie alla parte di riscaldamento e di defaticamento/stretching, il tempo si assottiglia: “scarsa qualità fisica porta ad una scarsa prestazione sul terreno di giuoco”.

Assentarsi porta e genera un disallenamento enorme, in più la scarsa propensione al lavoro di alcuni atleti, la chiacchiera, la distrazione, il portare in allenamento i problemi al di fuori del campo; fa nascere una diminuzione del gesto specifico.

L’abbandono della pratica sportiva in piccola parte è dovuto alla scarsa propensione al lavoro, allo scarso sacrificio, alla cattiva educazione al rispetto, il poco spazio di cura; sono tutti fattori e concause che generano il disallenamento nei giovani atleti.

Le diverse sfaccettature di queste imposizioni e retaggi culturali generano il disallenamento, piaga, per ogni atleta desideroso di formare una propria carriera di alta categoria.